Innovazione, competitività e sviluppo nei territori dell’Unione europea
A cura di Stefano De Falco - A.A. V.V.
Il termine innovazione, è innegabile, è uno dei termini più utilizzati da diversi decenni, ma probabilmente, in modo diretto o indiretto, nel corso del tempo, se n’è sempre fatto uso. Gli ambiti in cui tale termine è impiegato sono i più disparati, da quelli tecnico-scientifici nei quali trova la genesi, a quelli umanistici, antropologici, sociali, economici e politici. Le finalità del concetto d’innovazione sono anch’esse le più differenti: a scopo di business, di marketing e d’immagine, con obiettivi di ottimizzazione, di miglioramento, di emulazione, di adeguamento sociale, anche di rifiuto idealistico. Nell’attuale scenario economico, sempre più turbolento e competitivo, i Paesi, gli Stati, le Regioni, le città, le aziende ed i singoli individui sono chiamati ad innovare continuamente le strategie, le strutture, i meccanismi operativi, il modello di business e gli strumenti gestionali, ai mutevoli fabbisogni del mercato, ma anche della società civile e del territorio. Pertanto, in tale cornice, i tre termini, innovazione, competitività e sviluppo sono strettamente correlati e legati, come suol dirsi, da funzioni di interdipendenza: ossia l’incremento o il decremento dei valori dell’uno incidono sui trend degli altre due. In questa interdipendenza, quanto incide il fattore geografico?